(di Giorgio Perini, membro del Comitato direttivo di AZIONE del FVG e della provincia di Trieste, già attachè alla Rappresentanza Diplomatica Permanente d’Italia presso l’UE a Bruxelles)
La politica ha già fatto troppi danni nella vicenda Alitalia. Vediamo almeno di non ripeterli con ITA! Magari per scelte ideologiche che niente hanno a che fare con il futuro dei dipendenti e della stessa compagnia aerea! Sgombriamo il campo dagli equivoci!
L’interpretazione prevalente data dai media alla recentissima decisione di avviare la trattativa per la cessione di Alitalia-ITA al fondo USA “Certares” è che questa offerta sia da preferire perché, prevedendo l’acquisizione solo del 50% + 1 azione, lascia più spazio alla gestione della Società da parte dello stato, e quindi sarebbe meno indigesta a Giorgia Meloni che ha ripetutamente espresso la sua contrarietà per una privatizzazione vera e propria in tempi brevi. E questo anche se a fronte di un’offerta economica decisamente inferiore a quella della cordata MSC-Lufthansa.
Nell’ottica degli offerenti, la diversa prospettiva è del tutto comprensibile: MSC-Lufthansa sarebbero cosiddetti “partners industriali”, e quindi intenzionati a “pilotare” ITA, in un’ottica puramente imprenditoriale, senza cioè interferenze pubbliche. Certares ha una prospettiva da investitore finanziario, con Delta e AIR FRANCE-KLM come partners commerciali di ITA, e quindi punta alla redditività piuttosto che alla gestione diretta o all’integrazione in un gruppo con core-business complementari.
Ma la chiave di volta per interpretare la diversa offerta di Certares è un’altra e non ha niente a che fare con la politica italiana o le prossime elezioni, ma – guarda caso – con le normative europee applicabili, che sono quelle sulla concorrenza ma anche sul trasporto aereo! E in base a queste ultime, MSC-Lufthansa potrebbe ipoteticamente acquisire il 100% di ITA senza nessun effetto collaterale negativo, mentre se fosse Certares ad acquisirne il controllo, ITA perderebbe i diritti di volo che sono appunto condizionati al mantenimento del controllo in mani europee, mentre Certares ha la sede negli USA, con la conseguenza che ITA diventerebbe una scatola vuota senza nessun valore!
Certares lo sa bene ed è per questo che ha dovuto strutturare l’offerta in modo da garantire che il controllo resti in mani europee, anzi, in questo caso, italiane e pubbliche. Attenzione però a non ripetere l’esperienza fatta con l’acquisizione da parte di Etihad, fallita secondo me proprio perché il controllo era rimasto italiano e di conseguenza troppo condizionato dalla politica, una certa politica purtroppo!
Ma ITA ha bisogno di un business plan competitivo che guardi al mercato e di alleanze strategiche, non di formule vuote e slogan populisti! E il personale e i suoi sindacati lo hanno capito benissimo, lanciando l’allarme per il rischio di perdere l’ultima opportunità di rilancio della compagnia, se non si rispettano i tempi per la privatizzazione. La Politica (con la P maiuscola) interpreta e difende le esigenze della società civile, non tenta di imporre i propri schemi ideologici! Per un’Italia da prendere “sul serio”!